Flash mob marketing
Un fenomeno commerciale di aggregazione collettiva
“Breve performance di una folla di persone”. L’inglese esprime questo concetto con molta più semplicità: flash mob. In due parole una rivoluzione comunicativa, iniziata nel 2003 a New York. Da allora il flash mob è diventato un ottimo strumento di marketing non convenzionale ed esperienziale.
Le performance lavorano sempre al cuore e alle emozioni delle persone. Il flash mob è in grado di veicolare messaggi in maniera creativa e originale, diventando anche contenuto virale.
Ovviamente, se lo si vuole applicare al marketing e non utilizzarlo come pura occasione goliardica, va studiato molto bene.
Tipologie di flash mob
Le tipologie di flash mob sono diverse e forse in qualcuna di queste ci siete capitati anche voi:
- flash mob – dance: la folla esegue una coreografia, studiata in precedenza e condivisa oppure anche improvvisata;
- flash mob – freeze: la folla si riunisce e rimane immobile per diversi minuti;
- flash mob – smart: il momento di aggregazione della folla è spinto da una motivazione politica o sociale e porta sempre con sé un’espressione artistica (non è una normale manifestazione politica);
- flash mob – massive: una folla enorme si raduna per pochi minuti in ampi spazi pubblici per poi disperdersi in pochissimo tempo;
- flash mob – kiss & hugs: la folla di persone condivide baci e abbracci con le persone che si trovano in quel luogo in quel momento;
- flash mob – fun: la massa di persone compie qualche azione particolare per puro divertimento, pensiamo ai Pillow Fight.
Flash mob e marketing
Data l’enorme viralità che i flash mob sono in grado di generare, sono diventati in pochissimo tempo uno strumento molto interessante per fare promozione aziendale.
Perché? Perché riescono a generare un impatto in due tempi e su due fronti:
- il primo avviene nell’immediato sui presenti. Chi assiste alla performance ne rimane coinvolto inevitabilmente in quanto rompe le regole della quotidianità e l’effetto è indubbiamente superiore a quello di un cartellone pubblicitario esposto nello stesso luogo;
- il secondo avviene in differita tramite i mass media. La fruizione dei video dell’evento su internet ha la potenzialità di diventare virale, a ciò si aggiungono i giornali o le televisioni che possono parlare dell’evento.
Realizzare un buon flash mob non è però la cosa più semplice del mondo. Innanzitutto bisogna studiare il contenuto del messaggio che si vuole veicolare, il target e valutare i pro e i contro dell’evento.
Se il flash mob è destinato ad una attività di marketing, bisogna sempre tener presente che la performance dovrà girare attorno al brand che si vuole promuovere, ai suoi valori e al servizio/prodotto prescelto. Per non parlare del fatto che va studiata una strategia di problem solving preventiva.
Questi alcuni degli step per organizzare un buon flash mob:
- inserire il flash mob in un più ampio piano di comunicazione;
- definire l’obiettivo che si vuole raggiungere;
- definire un tema, che sia coerente con la storia del brand e con gli obiettivi di posizionamento;
- scrivere la sceneggiatura ed il copione;
- arruolare il cast e definire una “regia“;
- scegliere la location;
- richiedere i permessi di occupazione suolo pubblico;
- coordinare la coreografia e gli attori;
- gestire il post flash mob.